ROBERTA BARABINO – Il Tempo degli Animali

Roberta Barabino Animali[1732]

Se negli anni settanta avete ascoltato e amato artisti come Nick Drake, Loy & Altomare, autori di dischi minimali ma riccamente densi di orpelli e sogni non potrete non restare incantati e oserei dire rapiti dalle undici tessere di questo domino che messe una dopo l’altra compongono Il tempo degli animali.

Il brano sul quale si è puntato come video e possibile singolo si chiama Chi sei ma, lo riprendiamo dopo, il pezzo che caratterizza questo disco e che istantaneamente resta in mente è Bella baffuta. Sorta di favola beneaugurante è solare danza tesa alla ricerca , e trovata, di positività, sicurezza, calore, affetto e presenza positiva. Ballata dolcissima, se non ho preso lucciole per lanterne dovrebbe trattarsi di splendida dichiarazione di intenti e amore per la propria gatta. Sarà perché anche io una gatta e siamo “decisamente amici, a volte dormiamo “abbracciati,” che questa canzone della Barabino è straordinariamente singolare, inconsueta ed eccezionale. Solo chi ha una grande intrinseca sensibilità può scrivere e, mirabilmente cantare, un pezzo come questo.

Roberta Barabino è genovese che vive in campagna, da un nostro recente incontro da disco club, ove mi ha dato il suo gradito cd ho scoperto essere artista a tutto tondo, si scrive le canzoni, le canta, le suona, le produce, si organizza serate in giro. Personaggio radioso e rilucente, sempre sorridente, divertente, allegra, in sua compagnia ci si perde in chiacchiere e si è circondati da un aurea di solarità benefica che contagia. Pare abbia iniziata da ragazzina la sua passione per la musica grazie all’incontro con l’artista genovese Bob Quadrelli e nel tempo è poi riuscita a diventare una intensa cantautrice con alle spalle un ottimo album, quel Magot che uscito nel 2011 arrivò terzo nelle nuove proposte al Premio Tenco l’anno dopo. Dopo anni dedicati alla famiglia e una lunga serie di concerti in giro è appunto uscito recentemente il nuovo disco intitolato Il tempo degli animali, album prodotto assieme a Raffaele Rebaudengo.

Detto lavoro inizia con Chi sei , cercate relativo invernale video in rete. Sorta di dolcissimo mantra religioso farebbe propendere l’ascoltatore per un saluto ed un omaggio a un Redentore atteso e forse sperato. Molto bello ed intenso. Suadente ballata al piano Soggiorno obbligato mentre caratterizzata dal banjo di Tom Stearn la sincopata e cadenzata Genova – NewYork , ritmata oltre ogni misura. Un fil rouge collega tutte le canzoni come una specie di concept nel quale un qualcosa che debba arrivare da fuori , da lontano, dall’alto, dal mare, dal cielo possa essere un punto di attesa, anelata e desiderata che può essere tante differenti cose, ma resta sospesa nell’aria di queste canzoni come una salubre e benefica sospensione, che potrà dare risposte o solo serenità. Marina quest’anno balla il tango sprizza benevoli profumi e bei sorrisi, con la voce della Barbino intensa in modo magnifico e danza sulla solarità di questo brano. Melodiosa e sinuosa Scusa nonna con un bel lavoro di percussioni e assieme a Deian Martinelli la Barabino ci propone poi a due voci Sesamo, modulata ballata dalle forme gentili. “Lancia un po di parole, l’aria le sa portare…” risguardi poetici per Valzer che ci porta verso la fine di questo ottimo lavoro ove la piacevole voce della cantautrice ne colora forme e curvature. Chiude Il tempo degli animali, brano che da il titolo al disco, seguito da una ghost track di ben nove minuti di sintetizzatore. Come un fondersi con l’universo che ci circonda.

Assieme a Roberta che canta e suona la chitarra acustica e quella elettrica oltre al synt, abbiamo alla batteria Lorenzo Capello e Saverio Malaspina, al contrabbasso Alessandro Paolini, alla viola e violino Raffaele Rebaudengo, Bernardo Russo al piano, Mattia Cominotto alla chitarra elettrica e Tristan Martinelli al basso.

Accattivante, ricchissimo e coloratissimo il disegno di copertina di Roberto Agus, pittore emerso negli anni ottanta con derivazioni punk e dall’intensa policromia caratterizzato da decise ed intense pennellate che armonizzano in modo perentorio la tela, da tempo si è dedicato anche alla musica da lui definita techno space music.

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